Il Consiglio di Stato, Sez. V, con sentenza 10 settembre 2014, n. 4599 ha respinto il ricorso avverso la sentenza del Tar Campania – Napoli, Sez. I, n. 1925 dell’11 aprile 2013, presentato da una società mista pubblico-privata contro la decisione di un comune di aderire ad un consorzio (fattispecie di gestione in house) per la gestione del servizio idrico integrato.
I giudici hanno richiamato la sentenza della Corte costituzionale n. 199 del 2012 per confermare il potere decisionale degli enti locali sull’affidamento del servizio idrico integrato.
I servizi pubblici locali di rilevanza economica possono, dunque, “essere gestiti indifferentemente mediante il mercato ovvero attraverso il c.d. partenariato pubblico – privato, ovvero attraverso l’affidamento diretto, in house.
Tale modello “lungi dal configurarsi pertanto come un’ipotesi eccezionale e residuale di gestione dei servizi pubblici locale - costituisce invece una delle (tre) normali forme organizzative delle stesse”.
Il commento di Alceste Santuari: