La pressione demografica, il riscaldamento globale, l'inquinamento e l'estensione delle superfici agricole sono responsabili dell'innalzamento della domanda d'acqua nel pianeta, con il conseguente raddoppiamento dei prezzi negli ultimi dieci anni. La finanziarizzazione dell'acqua arricchisce le banche che investono nel settore e i fondi di private equity, mentre le ONG ambientaliste, nell'intento di salvaguardare le risorse, non si oppongono e acquistano quote d'acqua per "restituirle alla natura". Nonostante l’ONU abbia riconosciuto, nel 2010, l’accesso gratuito all’acqua come un diritto umano universale, la speculazione sull’acqua causa vittime tra i consumatori in Europa e tra gli agricoltori nelle regioni meridionali del mondo. Questa inchiesta ci porta tra i signori dell’acqua della City di Londra, dove nel 1989 Margaret Thatcher diede il via alle privatizzazioni, a Melbourne tra i “pionieri” della vendita d’acqua al megalitro tramite smartphone, tra gli agricoltori australiani e californiani, o ancora tra gli apostoli della finanziarizzazione e tra i ricercatori e gli attivisti che si oppongono.
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