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1) Delibera 18 ottobre 2021 n. 437/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Autorità d’Ambito n. 3 “Torinese” per il gestore 6 virtuale d'ambito composto da SMAT S.p.A. e dai Comuni di Fenestrelle, Perrero, Prali, Roure, Salza di Pinerolo, Vallo Torinese e Varisella https://www.arera.it/it/docs/21/437-21.htm 2) Delibera 12 ottobre 2021 n. 423/2021/R/idr: Il provvedimento approva gli specifici schemi regolatori di convergenza, recanti le predisposizioni tariffarie per il periodo 2020- 7 2023, proposto dall’Assemblea Territoriale Idrica Catania per il gestore Acoset S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/423-21.htm 3) Delibera 5 ottobre 2021 n. 416/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano per i gestori Metropolitana Milanese S.p.A. e CAP Holding S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/416-21.htm 8 4) Delibera 26 ottobre 2021 n. 460/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Monza e Brianza per il gestore Brianzacque S.r.l. e per il fornitore all’ingrosso dei servizi di acquedotto e depurazione CAP Holding S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/460-21.htm

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Gli approfondimenti WAREG di questo mese sono sul tema delle tariffe. Gli argomenti selezionati sono: - Modelli normativi - Componenti tariffarie - Metodi tariffari Le tariffe idriche sono stabilite sulla base di diversi criteri formali definiti dalla legge e criteri informali basati sulle esigenze e le preferenze nazionali o regionali sulla gestione delle risorse idriche. I criteri formali includono in genere: - Criteri finanziari (recupero dei costi) - Criteri economici (prezzi di efficienza basati sul costo marginale) - Criteri ambientali (incentivi per la conservazione delle acque) In tutti i metodi tariffari analizzati, i ricavi necessari dell'utilità sono suddivisi in volumi di produzione per calcolare il prezzo unitario per m3. Gli elementi costitutivi dei ricavi richiesti sono solitamente gli stessi indipendentemente dalla metodologia tariffaria applicata. https://www.wareg.org/

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1) Delibera 7 settembre 2021 n. 372/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Ufficio d'Ambito della Provincia di Sondrio per il gestore S.Ec.Am. S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/372-21.htm  2) Delibera 14 settembre 2021 n. 383/2021/R/idr: Il provvedimento approva gli specifici schemi regolatori di convergenza, recanti le predisposizioni tariffarie per il periodo 2020- 2023, proposti dall'Autorità Idrica della Calabria per talune gestioni operanti sul relativo territorio https://www.arera.it/it/docs/21/383-21.htm  3) Delibera 21 settembre 2021 n. 388/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Assemblea Territoriale Idrica Palermo per il gestore AMAP S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/388-21.htm 

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1) Delibera 3 agosto 2021 n. 365/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Ufficio d'Ambito di Lecco per il gestore Lario Reti Holding S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/365-21.htm

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Il settore dell’acqua continua ad essere di grande interesse industriale e soprattutto di grande importanza ambientale. Il settore industriale consuma oltre 7 miliardi di mc, 18 miliardi sono prelevati nel settore agricoltura (il 50%), mentre 5 miliardi di mc erogati nelle reti civile, ma 9 miliardi di mc prelevati, evidenziando una grave criticità nelle perdite di rete, dunque richiamo istituzionale e dell’opinione pubblica sull’emergenza idrica; è necessario avviare iniziative per ridurre i prelievi di acqua e incentivarne il riutilizzo. La situazione delle infrastrutture idriche e della gestione dell’acqua in particolare è fortemente critica; per tentare un superamento della cronica debolezza strutturale sono dunque necessari ingenti investimenti; il problema principale non è valutare dove e come reperire queste risorse, ma individuarne le priorità. Il deficit impiantisco è così caratterizzato: il 4% della popolazione è ancora priva di adeguati impianti acquedottistici ed il 7% di un collegamento alla rete fognaria. Sul versante della depurazione della acque emerge poi un ritardo drammatico con il 15% della popolazione sprovvista di impianti di trattamento (il 21% del carico inquinante): in grave ritardo il Mezzogiorno. In Italia il 24% delle condotte di acquedotto ha un'età superiore ai 50 anni, così come il 27% delle reti fognarie, a fronte di vite utili regolatorie di 40 anni; il 92% degli interventi sulle reti idriche non è programmato, avviene cioè per riparare guasti alle condotte. Investimenti, dopo scenario decennale inerziale (30 euro/abitante/anno) qualche miglioramento con segnale di ripresa (45 euro/abitante), e previsioni in crescita (in media oltre 50 euro/abitante/anno): qualcosa si muove ma molto lontani dal fabbisogno di 80 euro/abitante/anno Serve un scenario ripresa investimenti: da 3,2 Mld€/anno (oltre 50 €/ab/anno) a 4,8 Mld€/anno (circa 80 €/ab/anno) Sulla depurazione in particolare sono molte le criticità sulla carenza degli impianti, ma anche quelli che ci sono hanno elevati costi di gestione (soprattutto per lo smaltimento dei fanghi che sono poco disidratati e stabilizzati), per gli elevati costi energetici e per l’elevato impatto ambientale (con limitato recupero di elementi nutrienti). L’attuale manutenzione pare non incidere sugli interventi strutturali e dunque serve un approccio moderno e sostenibile al problema della qualità verso una sostenibilità economica circolare che deve fare riferimento alla qualità dei corpi recettori, sia in senso generale, sia in funzione della specificità degli usi; bisogna incentivare la riduzione degli sprechi, migliorare la manutenzione delle reti di adduzione e di distribuzione, ridurre le perdite, favorire il riciclo dell’acqua ed il riutilizzo delle acque reflue depurate. Sul tema della innovazione e sulla ricerca tecnologica duqnue si gioca un ruolo importante che in H2O si vuole valorizzare. In pura sintesi si sottolineano alcuni punti: Smart Land, IOT internet delle cose, tecnologie trasmissive, system integrator, verificabilità della trasmissione idrica, smart grid & metering, monitoraggio, misuratori di consumi, sensoristica di campo, nuovi contatori (di cui scontiamo ancora una carenza normativa) e riciclo dei vecchi (ottone, vetro, plastica), il monitoraggio del microbiologico, utilizzo di plastiche riciclate, riduzione dei consumi energetici e la risoluzione del problema fanghi (poche alternative all’incenerimento). Se avrete tempo di vedere gli stand troverete che cresce l’attenzione su molti settori e dunque tecnologie, innovazione, investimenti, sistemi di gestione e buone pratiche sono tematiche che vanno affrontate in modo integrato. Una occasione di dialogo e di confronto su temi trasversali e specifici quali i settori industriali, agricoli, chimici, insieme al ciclo idrico integrato del settore civile. E’ importante che i cittadini partecipino ad H2O I cittadini sono più sensibili e attenti ai loro bisogni; questo è un dato di fatto. Le aziende principali sanno che bisogna sensibilizzare gli utenti al risparmio nell'utilizzo dell'acqua per uso domestico, ma anche contenere e ridurre lo spreco di acqua - anche potabile - negli usi produttivi e irriguo, in particolare incoraggiare e sostenere "anche con incentivi economici" specifiche ricerche e studi per migliorare l'utilizzo dell'acqua nei processi produttivi. Lo sviluppo di una cultura economica dei servizi pubblici ambientali diventa dunque un elemento fondamentale. Maggiore attenzione sia a livello di costi che soprattutto di prezzi e dunque di tariffe; è quindi un percorso di civiltà, ma anche necessario sviluppo di una cultura economica dei servizi pubblici locali. Un tema importante diventa dunque dare informazioni. L’importanza della qualità e del costo del servizio idrico nella percezione dei consumatori (vedi REF laboratorio n.116 marzo 2019) è un punto importante di analisi. La percezione è data sulla regolarità della fornitura, forse sulle perdite di rete (come qualità tecnica) e talvolta sulla qualità commerciale (in caso di contatti). Serve una maggiore “Sunshine regulation” (rendere pubblici gli indicatori di qualità). Il sistema tariffario diventa dunque uno degli aspetti fondamentali e forse più critici nel sistema di gestione dei servizi ambientali; il valore, il costo ed il prezzo del servizio devono essere tra loro collegati e interdipendenti; in questi anni fatti grandi passi avanti pero acqua si paga meno della metà rispetto a Europa. La riforma della tariffa idrica (cito da uno studio REF) ha avuto una lunga gestazione e una travagliata attuazione. L’obiettivo di razionalizzazione è certamente raggiunto. Ad oggi, tuttavia, il 40% dei territori non ha recepito gli indirizzi della regolazione nazionale. I restanti hanno in prevalenza optato per una transizione graduale. Il concetto di tariffa puntuale, introdotto in Italia già nel 1997 dall’art. 49 del cd.“Decreto Ronchi” (che prevedeva il passaggio da tassa a tariffa a partire dal 1° gennaio 2000), è stato più volte indicato come un modello tariffario in grado di sostanziare il principio europeo "chi inquina paga" (polluter pay principle) e di stimolare comportamenti in linea con obiettivi di prevenzione, riduzione della frazione residua ed incremento della raccolta differenziata. La tariffa pro capite è realtà per 1 italiano su 4. Però alta la morosità, dice REF. La mappa dei ritardi di pagamento disegna un’Italia divisa in tre: un’area meridionale, incluse le isole, in cui si raggiunge il 14% del fatturato, con punte del 27%; regioni del Centro, ove il valore medio di mancato incasso scende al 6%, ma ancora con punte del 19%, e regioni del Nord ove il livello massimo di criticità non supera il 6% del fatturto, mentre il dato medio si attesta al 2,4%. Il “giusto prezzo”, dell’acqua è un importante incentivo per incoraggiare un utilizzo sostenibile dell’acqua stessa (una accurata politica tariffaria regola infatti i consumi e soprattutto da il giusto valore al bene); nello stesso tempo bisogna trovare forme di incentivazione anche per il gestore che favorisce la riduzione dei consumi Bisogna incentivare e remunerare la qualità esplicita ed implicita – con idonei strumenti tariffari - e nel contempo penalizzare ritardi e disservizi ( le carte dei servizi devono diventare uno strumento contrattuale di regolazione e non servire come documento d’immagine). Gli incrementi tariffari non devono essere solo collegati alla copertura dei costi del servizio ma anche a parametri di qualità: in tal senso vanno i provvedimenti ARERA su qualità contrattuale (Del. 655/15) e qualità tecnica (Del. 917/17). http://www.accadueo.com/media/news/news-h2o/alcune-questioni-importanti/11115.html

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1) Delibera 13 luglio 2021 n. 307/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Ente Regionale Servizio Idrico Integrato (ERSI) per il gestore Ruzzo Reti S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/307-21.htm  2) Delibera 6 luglio 2021 n. 293/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Ente Regionale Servizio Idrico Integrato (ERSI) per il gestore Gran Sasso Acqua S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/293-21.htm  3) Delibera 20 luglio 2021 n. 315/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Ufficio d'Ambito della Provincia di Cremona per il gestore Padania Acque S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/315-21.htm  4) Delibera 27 luglio 2021 n. 328/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposte dall’Autorità Idrica Toscana per il gestore GAIA S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/328-21.htm

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Gli avvisi per l’affidamento di lavori nelle province di Agrigento e Messina Realizzare 18 km di condotte in “polietilene alta densità” per completare la rete fognaria a servizio del comune di Sciacca (Agrigento), facendo fronte alla procedura d’infrazione comunitaria 2004/2034, con sentenza di condanna per l’Italia C-251/17. Questo l’obiettivo di un bando con base d’asta di 7,2 milioni di euro indetto dalla struttura del commissario per la depurazione, Maurizio Giugni, pubblicato sul sito web della centrale di committenza Invitalia (per la gestione del procedimento è interessata Sogesid). Le aree urbane e costiere interessate sono oggi caratterizzate dalla presenza di una rete fognaria “dinamica non collettata all’impianto di depurazione o dalla totale assenza di rete”, si legge sul sito web della struttura commissariale. “Tutti i reflui verranno convogliati al depuratore di Sciacca, su cui è in corso un altro intervento del commissario straordinario, che prevede la realizzazione di un secondo modulo con tecnologia di ultrafiltrazione a membrana, tale da consentire di raggiungere la copertura dei previsti 47.500 abitanti equivalenti. La gara su quest’ultima procedura si è conclusa nelle scorse settimane con l’individuazione dell’operatore economico vincitore, cui seguirà la stipula del contratto e l’avvio dei lavori”. Sul sito di Invitalia, infine, è stato pubblicato anche un secondo bando (base asta 2.9 mln €) per realizzare un collettore fognario che trasporti i reflui urbani da Torregrotta e da altri comuni della provincia di Messina all’impianto di Giammoro, frazione di Pace del Mela. Anche in questo caso si interverrà per la procedura d’infrazione comunitaria 2004/2034, condanna C-251/17. https://commissariounicodepurazione.it/

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La Relazione descrive gli esiti dell'attività di monitoraggio condotta dall'Autorità nel primo semestre 2021 con riferimento al riordino degli assetti locali del servizio idrico integrato, in osservanza di quanto previsto dell'art. 172, comma 3-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dall'articolo 7 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, il quale dispone che "entro il 31 dicembre 2014 e, negli anni successivi, entro il 30 giugno e il 31 dicembre di ogni anno, l'Autorità (...) presenta alle Camere una relazione sul rispetto delle prescrizioni stabilite dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in particolare: a) a carico delle regioni, per la costituzione degli enti di governo dell'ambito; b) a carico degli enti di governo dell'ambito, per l'affidamento del servizio idrico integrato; c) a carico degli enti locali, in relazione alla partecipazione agli enti di governo dell'ambito e in merito all'affidamento in concessione d'uso gratuito delle infrastrutture del servizio idrico integrato ai gestori affidatari del servizio". https://www.arera.it/it/docs/21/295-21.htm

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Risparmi ottenuti grazie ai risultati raggiunti e alle misure Covid La sanzione semestrale a carico dell’Italia per mancata depurazione delle acque reflue scende di circa 4,8 milioni di euro. A comunicarlo è il commissario unico Maurizio Giugni, che parla di “un risultato significativo per un periodo di riferimento che è quello del mio predecessore, il professor Rolle, cui va dato merito di un’azione importante, ma che da un anno a questa parte stiamo intensificando”. In particolare, la Commissione europea ha quantificato in 22,7 mln € la quarta penalità riferita al periodo dicembre 2019 – maggio 2020 (sentenza C-251/17), contro i 23,8 versati nei sei mesi precedenti. Un costo che si riduce ulteriormente perché, si legge sul sito web del commissario, “sulla base delle informazioni fornite dall’Italia sul mancato progresso di venticinque agglomerati a causa dell’emergenza Covid, la stessa Commissione ha rinunciato al recupero di circa 3,6 mln €, portando così la sanzione effettiva per questo semestre a poco più di 19 mln €”. Per Giugni la cifra “è ancora elevata ma lavoriamo contemporaneamente su ben 98 interventi, contando anche le altre tre procedure d’infrazione contro l’Italia non ancora sfociate in multa. Crediamo che i risultati di questo profondo operato si vedranno nei prossimi mesi, non solo nella regressione della sanzione ma con benefici effettivi su un territorio contraddistinto da evidenti carenze, in primis nella definizione del servizio idrico integrato”. Fonte: Quotidiano Energia

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La Segnalazione dell'Autorità illustra al Parlamento e Governo alcune criticità dei servizi idrici in alcune regioni del Mezzogiorno e formula proposte di revisione della disciplina vigente. "Intervenire a livello normativo per superare le criticita' gestionali del servizio idrico e aumentarne l'efficienza, in particolare nelle regioni meridionali, anche alla luce delle opportunita' e dei target fissati nel Pnrr. Permane nel nostro Paese un water service divide: a fronte di una ampia area, collocata in prevalenza al Nord e al Centro, in cui i servizi, gli investimenti, l'attivita' legislativa, il funzionamento degli enti di governo dell'ambito e le capacita' gestionali degli operatori appaiono in linea con i piu' elevati obiettivi del settore idrico, persistono situazioni, principalmente nel Sud e nelle Isole, in cui si perpetuano inefficienze". "La segnalazione si basa sui risultati del monitoraggio semestrale sugli assetti locali del servizio idrico integrato, svolto dalla stessa Autorita' attraverso l'analisi delle informazioni trasmesse dagli enti di governo d'ambito e da altri soggetti territorialmente competenti secondo la legislazione regionale. Un quadro dove, pur con un completamento del percorso di adesione degli enti locali ai relativi enti di governo dell'ambito e con la razionalizzazione del numero degli Ato (oggi 62, erano 71 nel 2015), le criticita' ancora presenti evidenziano la necessita' di un'azione di riforma per il rafforzamento della governance della gestione del servizio idrico integrato, soprattutto in considerazione del permanere di situazioni di mancato affidamento del servizio in alcune aree del Paese (Molise e Calabria, nonche' la parte maggioritaria degli ambiti territoriali di Campania e Sicilia)", si legge in una nota dell'Autorita'. "Il Pnrr inviato alla Commissione europea evidenzia come 'nel Mezzogiorno l'insufficiente presenza di gestori industriali e l'ampia quota di gestione in economia, traccia un quadro del comparto idrico molto frammentato e complesso (...). Precedenti esperienze dimostrano che nel Mezzogiorno l'evoluzione autoctona del sistema non e' percorribile senza un intervento centrale finalizzato alla sua risoluzione'. In coerenza con tale obiettivo - aggiunge l'Autorita' - Arera giudica condizioni necessarie per l'allocazione delle risorse del Pnrr e per l'efficace implementazione degli interventi selezionati, la presenza di un ente di governo dell'Ambito pienamente operativo ed il completamento delle procedure di affidamento del servizio ad un gestore integrato". "L'Autorita' ha pertanto ritenuto opportuno segnalare al Governo e al Parlamento l'utilita' di interventi normativi di modifica delle vigenti previsioni legislative 3 per accelerare l'affidamento del servizio idrico integrato. In particolare Arera ritiene necessario prevedere un termine perentorio entro cui concludere i processi di affidamento, un supporto tecnico agli enti territoriali che ne avessero necessita', l'affidamento ad un soggetto societario a controllo pubblico nel caso decorrano i termini previsti, a tutela della continuita' di servizio ai cittadini". https://www.arera.it/it/docs/21/331-21.htm

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La conoscenza delle caratteristiche dei fanghi prodotti sul territorio nazionale è un prerequisito necessario sia per i gestori sia per le autorità di controllo e per quelle responsabili della pianificazione di settore, per impostare le politiche d’impresa e per programmare gli interventi di adeguamento degli impianti in relazione alle scelte di politiche territoriali e industriali. Dovrebbe essere buona norma impostare la politica di settore nazionale mediante un chiaro assetto normativo che, coerentemente con la disciplina europea, sia coordinato con le politiche di settori contigui? Nel caso dei fanghi di depurazione è evidente che un’eventuale restrizione del recupero dei fanghi in agricoltura deve interfacciarsi con la necessità di adeguare il paese con infrastrutture tendenti compresa la termodistruzione, incentivando il recupero di materia (fosforo e altri fertilizzanti in diverse formulazioni, biopolimeri, cellulosa, ecc.) e di energia. Lo smaltimento in discarica non appare più sostenibile, né ambientalmente né economicamente (decreto legislativo n. 121 del 2020 di recepimento della Direttiva Discariche 2018/850/CE che ha posto un obiettivo di ridurre lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento del 10% al 2030). D’altra parte le politiche energetiche del Paese che incentivano la produzione di energia da biomasse ed effluenti di allevamento determinano parallelamente la necessità di dare adeguate soluzioni alla gestione finale del digestato, la cui ovvia finale destinazione è il recupero in agricoltura. Tale situazione non può essere ignorata dal legislatore che dovrebbe bilanciare gli interventi normativi evitando di ribaltare sul servizio idrico integrato (S.I.I.) ingenti oneri di gestione di fanghi che abbastanza spesso non possono trovare altro sbocco che il trasporto transfrontaliero quando l’uso agricolo non venga consentito....  https://www.utilitalia.it/atti_e_pubblicazioni/pubblicazioni?e75d053f-ba82-49b3-9a60- 694cb187ccf6

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Il rapporto è una base conoscitiva utile all’aggiornamento del MLG 116/2014 “Progettazione di reti e programmi di monitoraggio delle acque ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e relativi decreti attuativi“. Il documento è il prodotto dell’analisi dei risultati di un questionario proposto a tutte le Agenzie nell’ambito del TIC 2 – Team Corpi Idrici nel 2019 (con informazioni aggiornate al 2020) e riporta una ricognizione dello stato del monitoraggio, dell’applicazione dei criteri di classificazione e delle attività di reporting a scala nazionale per le acque interne – corpi idrici fluviali, lacustri e sotterranei. Le informazioni fanno riferimento al 2° ciclo di pianificazione dei Piani di Gestione. Sono riportate osservazioni sull’omogeneità territoriale delle attività in relazione all’implementazione delle diverse fasi del processo di pianificazione e realizzazione del monitoraggio ambientale e un’analisi specifica dell’applicazione del monitoraggio di tipo biologico e con matrice biota (D.Lgs. 172/2015). Per alcuni elementi è stato possibile attuare un confronto con quanto contenuto nel Rapporto ISPRA 150/2011, relativo all’anno 2010, che faceva riferimento al 1° ciclo di pianificazione. Il rapporto evidenzia il sempre più rilevante coinvolgimento delle Agenzie in tutto il processo dalla fase di definizione dei corpi idrici e delle reti di monitoraggio fino alla reportistica dello stato ambientale, delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici e, in alcune regioni, anche degli obiettivi e delle esenzioni. Sebbene la copertura territoriale risulti sufficientemente completa e uniforme a livello nazionale, persistono difformità e disallineamenti in alcune fasi del processo. https://www.snpambiente.it/2021/06/03/attuazione-della-direttiva-2000-60-ce-corpi-idrici-fluvialilacustri-e-sotterranei-risultati-della-rilevazione-effettuata-presso-le-arpa-appa-2020- 2021/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=attuazione-della-direttiva-2000-60-cecorpi-idrici-fluviali-lacustri-e-sotterranei-risultati-della-rilevazione-effettuata-presso-le-arpa-appa2020-2021