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E’ stato pubblicato il rapporto dell’Agenzia Europea Ambiente Lo stato dell’acqua in Europa nel 2024: la necessità di una migliore resilienza idrica. L’agricoltura è la pressione più significativa che impatta sia sulle acque superficiali che su quelle sotterranee. Ciò deriva dall’uso dell’acqua e dall’inquinamento dovuto all’uso intensivo di nutrienti e pesticidi. L’agricoltura è di gran lunga il più alto consumatore netto di acqua in Europa e, senza cambiamenti nelle pratiche, è probabile che la domanda di agricoltura irrigua aumenti con il cambiamento climatico. 

Il rapporto dell’AEA è la più grande valutazione sulla salute dei corpi idrici europei, che coinvolge oltre 120.000 corpi idrici superficiali e 3,8 milioni di km2 di superficie di corpi idrici sotterranei in tutta l’UE e la Norvegia. Il rapporto si basa sui dati riportati da 19 Stati membri dell’UE. Rappresenta l’85% dei corpi idrici superficiali e l’87% della superficie di corpi idrici sotterranei nell’UE-27.  

Tutti i risultati chiave e i dati segnalati sugli Stati membri dell’UE e sulla Norvegia sono disponibili nel sistema informativo WISE Freshwater . 

La relazione dell’AEA integra inoltre la prossima valutazione della Commissione europea del terzo piano di gestione dei bacini idrografici e del secondo piano di gestione del rischio di alluvioni, che farà il punto sullo stato di attuazione della direttiva quadro sulle acque e della direttiva sulle alluvioni nell’UE.  

Il rapporto dell’AEA mostra che, nonostante alcuni progressi, le acque e gli ecosistemi acquatici europei sono ancora gravemente colpiti dalle sostanze chimiche, prevalentemente dall’inquinamento atmosferico derivante dalla produzione di energia a carbone e dall’inquinamento diffuso da nutrienti e pesticidi provenienti dall’agricoltura. Anche il degrado dell’habitat è diffuso. Ad aumentare la sfida per proteggere gli ecosistemi acquatici si aggiunge il cambiamento climatico, che sta sconvolgendo i modelli meteorologici e aumentando ulteriormente le pressioni sulle risorse idriche e sulla gestione. 

Secondo i dati comunicati dagli Stati membri dell’UE, solo il 37% dei corpi idrici superficiali europei ha raggiunto uno stato ecologico “buono” o “elevato“, una misura della salute dell’ecosistema acquatico, ai sensi della direttiva quadro sulle acque dell’UE, e solo il 29% ha raggiunto uno stato chimico “buono” nel periodo 2015-2021. 

Le misure adottate dagli Stati membri negli anni sono riuscite a evitare un ulteriore deterioramento dello stato delle acque dell’UE, contrastando parte dell’inquinamento chimico e migliorando le prospettive di alcune specie, come cozze e crostacei, ma non è stato rilevato alcun miglioramento complessivo dall’ultimo ciclo di monitoraggio.  

Migliore è lo stato delle falde acquifere europee: il 77% in buono stato chimico e, in termini di fornitura, il 91% delle falde acquifere risulta in buono stato quantitativo. Ma permangono problemi in termini di inquinamento da pesticidi e nutrienti. Le falde acquifere sono una fonte fondamentale della nostra acqua potabile e sono necessarie all’ambiente, all’agricoltura e all’industria.  

La scadenza stabilita dalla Direttiva quadro sulle acque (WFD) dell’UE per raggiungere un buono stato per le acque superficiali e sotterranee era il 2015 e, al più tardi, il 2027. Al ritmo attuale dei progressi, questa scadenza non sarà rispettata.  

Secondo il rapporto la resilienza idrica dell’Europa può essere migliorata.

Ridurre l’uso dell’acqua e migliorare l’efficienza sono fondamentali per affrontare lo stress idrico in agricoltura, industria e in casa. 

La definizione di obiettivi, focalizzati sul risparmio idrico o sulla riduzione della domanda, potrebbe aiutare a guidare l’azione e facilitare il monitoraggio dei progressi verso la resilienza idrica.

Sono inoltre necessarie informazioni aggiornate e più tempestive sulla quantità e qualità dell’acqua per migliorare la gestione idrica .  

Le pressioni devono essere ridotte. L’inquinamento deve essere prevenuto in linea con gli obiettivi del piano d’azione per l’inquinamento zero dell’UE.

Nel breve termine, è necessario ridurre l’uso e prevenire il rilascio di sostanze nocive e nutrienti nell’acqua.  

Il ripristino della natura , ovvero la riconnessione dei fiumi e delle loro pianure alluvionali e il ripristino delle zone umide e delle torbiere, possono dare vita ad ecosistemi di acqua dolce più sani e ricchi di biodiversità, in grado di fornire acqua di buona qualità, immagazzinando al contempo carbonio e mitigando l’impatto di eventi meteorologici estremi. 

 Il Rapporto è disponibile al seguente link https://www.eea.europa.eu/en/newsroom/news/state-of-water

Fonte: Agenzia Europea Ambiente

https://www.labelab.it/blog/acqualab/inquinamento-sfruttamento-eccessivo-e-cambiamenti-climatici-minacciano-la-resilienza-idrica-in-europa/?fr=3

 

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Il provvedimento 639/2024, pubblicato sul sito di ARERA, avvia il procedimento per la determinazione d’ufficio delle tariffe del servizio idrico integrato, ai sensi della deliberazione dell’Autorità 639/2023/R/idr, nonché per l’acquisizione di ulteriori elementi conoscitivi relativi ai casi di esclusione dall’aggiornamento tariffario.

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In questo interpello il presidente della regione Abruzzo chiede di chiarire se gli impianti di depurazione in possesso di autorizzazione ai sensi dell’articolo 124 – Parte Terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (e non ai sensi della Parte Quarta del medesimo decreto), nonché ai sensi dell’art.269- Parte Quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ove ne ricorra il caso (allegato IV alla parte Va D.Lgs 152/06, punto p-bis), previa comunicazione all’autorità competente e nelle ipotesi di cui all’articolo 110, comma 3 lettera c), possano ricevere i fanghi derivanti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane nei quali l’ulteriore trattamento dei medesimi non risulti realizzabile tecnicamente e/o economicamente ai fini del completamento del complessivo processo di trattamento. Si chiede altresì di fornire chiarimenti in ordine alla documentazione necessaria al trasporto di detti fanghi nel caso in cui ricorra la fattispecie di all’articolo 110, comma 3 lettera c).

La sintesi della risposta del Ministero:

  • gli impianti di depurazione privi di autorizzazione ai sensi della Parte Quarta del testo unico ambientale, ma esclusivamente autorizzati ai sensi dell’art. 124 TUA, nonché, eventualmente, ai sensi dell’art. 269 TUA, possono ricevere fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane ai sensi dell’art. 110, comma 3, lett. c) TUA, qualora essi non siano qualificati come rifiuti. Limitatamente a tale fattispecie, condizione necessaria (ma non sufficiente) al fine dell’esclusione della sussistenza di tale qualifica è che i fanghi non abbiano ricevuto un trattamento depurativo completo;
  • ai materiali conferiti ai sensi dell’art. 110, comma 3, lett. c) TUA si applicano gli specifici obblighi di tenuta dei registri e dell’ulteriore documentazione di trasporto.

I documenti con la spiegazione completa e dettagliata del Ministero sono disponibili al seguente link:

Fonte: Ministero dell’Ambiente
https://www.labelab.it/blog/rifiutilab/interpello-ambientale-sul-tema-trattamento-di-rifiuti-presso-impianti-di-depurazione-delle-acque-reflue-urbane-definizione-dellambito-di-applicazione-dellarticolo-110-del-decreto-le/?fr=2

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1 Superare le gestioni in economia

Garantire l’immediato trasferimento alle Regioni dell’esercizio delle funzioni ed il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento a regime del Servizio Idrico Integrato, in tutti quei territori in cui la legge Galli prima, e il Testo Unico Ambientale dopo, non sono mai state attuate e persistono le gestioni in economia;

2 Rafforzare le capacità gestionali
Utilizzare in tempi rapidi parametri oggettivi di capacità gestionale (ARERA) sulla base dei quali effettuare verifiche semestrali. Alla verificata incapacità gestionale dovrà seguire una delibera dell’EGATO che motivi la prosecuzione della concessione, oppure la sua revoca con contestuale affidamento a un nuovo gestore con adeguato « rating » di capacità;

3 Favorire le aggregazioni
Favorire le aggregazioni tra aziende rafforzando gli attuali assetti anche prevedendo incentivi economici e/o le aggregazioni per riperimetrazioni, valutando l’efficienza di affidamenti per ambiti più ampi, non legati necessariamente a linee di demarcazione di carattere amministrativo e più aderenti alle esigenze operative;

4 Sostenere un approccio integrato
Prevedere, per favorire l’adattamento delle infrastrutture agli effetti dei cambiamenti climatici, un allargamento del perimetro di attività dei gestori che ricomprenda il campo delle infrastrutture per il riuso, la gestione sostenibile delle acque meteoriche, il recupero energetico e di materia, il drenaggio urbano e il governo di infrastrutture di livello distrettuale quali invasi ad uso plurimo e interconnessioni sovraregionali.


https://www.utilitalia.it/

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1) Delibera 10 settembre 2024 n. 359/2024/R/idr: Approvazione degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il quarto periodo regolatorio, proposto dal Consiglio di Bacino Dolomiti Bellunesi per il gestore BIM Gestione Servizi Pubblici S.p.A.
2) Delibera 17 settembre 2024 n. 367/2024/R/idr: Approvazione degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il quarto periodo regolatorio, proposto dall’Ufficio d’Ambito della Provincia di Bergamo per il gestore Uniacque S.p.A.
https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/367-24
3) Delibera 26 settembre 2024 n. 381/2024/R/idr: Approvazione degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il quarto periodo regolatorio, proposto dalla Conferenza dei Sindaci dell’ATO 2 Lazio Centrale - Roma per il gestore ACEA ATO 2 S.p.A.
https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/381-24
 

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ACQUA: SPESA PER INVESTIMENTI SI CONFERMA INTORNO AI 13,6 MILIARDI DI EURO. REALIZZATI GLI INTERVENTI PROGRAMMATI
Nel corso del 2023 l’Autorità ha proseguito le istruttorie volte all’approvazione dell’aggiornamento biennale (2022-2023) delle predisposizioni tariffarie. Alla data del 31 dicembre 2023, gli atti di determinazione tariffaria adottati dall’Autorità, per il biennio 2022-2023, hanno riguardato complessivamente 67 gestioni, interessando 30.830.746 abitanti.
Con riferimento al campione, composto da 130 gestioni per le quali la proposta di aggiornamento biennale delle predisposizioni tariffarie è stata trasmessa all’Autorità (che servono complessivamente 48.736.089 abitanti), la variazione media (rispetto all’anno precedente) dei corrispettivi applicati all’utenza nel 2023 risulta pari a +4,56% con una certa eterogeneità a livello geografico: +3,67% nell’area Sud e Isole, +3,97% nel Nord-Est, +4,22% nel Centro, e a +5,87% nel Nord-Ovest. Sulla base dei Pdi trasmessi all’Autorità per il medesimo campione, gli investimenti programmati per il quadriennio 2020-2023 – al lordo delle previsioni in ordine alla disponibilità di finanziamenti pubblici per la realizzazione di infrastrutture idriche – risultano, in termini pro capite, pari a 275 euro/abitante a livello nazionale (corrispondenti a una spesa annuale per investimenti di 69 euro/abitante); il valore più elevato si riscontra nell’area del Centro, con 337 euro/abitante per il quadriennio 2020-2023. Ricomprendendo nel campione anche i maggiori fornitori all’ingrosso e includendo i dati di gestioni escluse nelle analisi precedenti per la presenza di alcuni outlier, la spesa per investimenti relativa ad un panel di 139 gestioni che servono 49.463.872 abitanti ammonta complessivamente (considerando anche la disponibilità di fondi pubblici) a 13,6 miliardi di euro per il quadriennio, passando da 2,5 miliardi di euro nel 2020, a 3,2 miliardi di euro nel 2021 e nel 2022 e a 4,6 miliardi di euro nel 2023.
Le verifiche compiute con riferimento ai costi delle immobilizzazioni computati in tariffa hanno confermato i generali miglioramenti già registrati lo scorso anno nella capacità di realizzazione degli investimenti programmati (pur con una certa variabilità fra le gestioni del panel), il cui tasso a livello nazionale resta intorno al 100% (nonostante il calo registrato nel 2021 a causa dei rallentamenti dei cantieri per il COVID), con valori più bassi al Sud dove scendono fino al 77%.

ACQUA: 345 €/ANNO LA SPESA MEDIA PER LA FAMIGLIA TIPO DI 3 PERSONE. NONOSTANTE I MIGLIORAMENTI, PERMANGONO CRITICITÀ SU INTERRUZIONI E RETE FOGNARIA SOPRATTUTTO AL SUD E NELLE ISOLE
Nel 2023, la spesa media sostenuta da una famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 m3, risulta a livello nazionale pari a 345 euro/anno (2,30 euro per metro cubo consumato). Il dato vede un valore più contenuto nel Nord-Ovest (254,5 euro/anno) e più elevato nel Centro (421,8 euro/anno). Il valore, invece, si ferma a 367 euro/abitante nell’area Sud e Isole. Guardando le voci che compongono la bolletta degli utenti domestici, sempre con consumi pari a 150 m3/anno, risulta che il 38,8% circa della spesa è imputabile al servizio di acquedotto, per il quale si spendono a livello nazionale 133,7 euro/anno, il 12% è invece attribuibile al servizio di fognatura (41,4 euro/anno) e il 29,5% a quello di depurazione (101,9 euro/anno). Infine, la quota fissa pesa per il 10,6% (36,6 euro/anno) e le imposte per il 9,1% (31,4 euro/anno). Anche nel 2023, come già rilevato nella scorsa versione della Relazione Annuale, rispetto ai dati raccolti con riferimento all’anno di base (2016), emerge un avanzamento nel processo di miglioramento complessivo per gli indicatori di qualità tecnica individuati dall’Autorità e una lieve ma stabile crescita del numero di gestori per i quali viene svolta periodicamente dagli Enti di governo dell’ambito la ricognizione dei dati infrastrutturali e di qualità, anche con riferimento alle gestioni localizzate nell’area geografica del Sud e delle Isole. Nello specifico, nel 2023 a livello nazionale il valore delle perdite idriche si attesta in media a 17,9 m3/km/gg e al 41,8%, con valori più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole. Lo stesso disallineamento a livello territoriale si riscontra anche nei dati relativi alle interruzioni di servizio, fortemente condizionati da alcune situazioni critiche a livello territoriale. Quasi il 60% della popolazione è servito da gestori che hanno garantito una buona continuità del servizio di erogazione, evidenziando una durata delle interruzioni inferiore alle 3 ore/anno per utente.
In media, tuttavia, a livello nazionale il valore del macro-indicatore si attesta a circa 59 ore/anno ad utente. Le maggiori difficoltà nel mantenimento di adeguati livelli di continuità del servizio sono localizzabili nell’area meridionale e insulare, dove è stato registrato un valore medio di interruzioni per utente all’anno pari a 227 ore mentre i valori risultano mediamente più bassi nel Nord Ovest e nel Nord Est (entrambi al di sotto dell’ora) e al Centro (29,4 ore/anno ad utente). Si segnala, in ogni caso, che, rispetto ai dati dell’anno base, è stata registrata una riduzione media del macro-indicatore M2 pari al 26% (era il 32% lo scorso anno). Infine, per quanto riguarda il sistema fognario, il dato medio sulla frequenza degli allagamenti e sversamenti da fognatura è risultato pari a 5,0 ogni 100 km di rete fognaria (con un picco di 11 ogni 100 km nel Sud e Isole), il 22% degli scaricatori di piena è risultato ancora da adeguare alla normativa vigente e il 7% degli scaricatori di piena sono risultati non controllati. L’analisi del fabbisogno di investimenti per il periodo 2022-2023 a livello nazionale conferma il peso degli investimenti destinati alla riduzione delle perdite idriche (che guida le priorità nella pianificazione del settore sin dalle prime rilevazioni effettuate dall’Autorità), rafforzandolo per il duplice effetto dell’iniezione di risorse stanziate per il medesimo scopo dal PNRR e dal REACT-EU (già rappresentato nella scorsa Relazione), e della maggiore popolazione del campione del Sud e delle Isole (27,5% degli investimenti programmati totali). A seguire, gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata al 16,1%, quelli per la riduzione delle interruzioni idriche al 14,99% e gli interventi per l’adeguamento del sistema fognario al 13,1%. La quota di investimenti in infrastrutture del servizio idrico integrato non riconducibili direttamente a specifici obiettivi di qualità tecnica fissati dall’Autorità si conferma al 10,5% della precedente rilevazione. In termini generali di servizio, il quadro nazionale del biennio, anche per le motivazioni rappresentate in premessa, è maggiormente orientato sugli investimenti pianificati nelle infrastrutture acquedottistiche (48%, considerando anche i due prerequisiti legati esclusivamente a profili della filiera acquedottistica) rispetto a quelli previsti nelle reti fognarie e negli impianti di depurazione (nel complesso il 40,25%), con le già rendicontate differenze tra singole aree geografiche: il Nord-Ovest è l’unica area nella quale è stato espresso un maggiore fabbisogno nelle fasi di fognatura e depurazione, mentre nel Centro Italia e nel Sud e Isole la forbice tra le due fasi aumenta a favore delle infrastrutture di acquedotto, attestandosi per queste ultime al di sopra della media nazionale.
 

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È stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la Comunicazione della Commissione Linee guida tecniche sui metodi d’analisi per il monitoraggio delle sostanze per- e polifluoro alchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano.

Con queste nuove linee guida, la Commissione vuole imprimere un’accelerazione al monitoraggio dei PFAS con criteri omogenei nell’ambito dell’Unione Europea, in base a quanto stabilito dalla direttiva (UE) 2020/2184, recepita in Italia con il D.Lgs. 23 febbraio 2023, n.18.

La direttiva (UE) 2020/2184, recepita in Italia con il D.Lgs. 23 febbraio 2023, n.18 prevedeva l’introduzione di due parametri per i PFAS: il parametro PFAS – totale, per il quale vale il limite di 0,50 µg/l, e quello somma di PFAS, che comprende un numero limitato e definito di molecole, che destano particolare preoccupazione, per il quale vale il limite di 0,10 µg/l.

I limiti di quantificazione (concentrazione minima di analita determinabile in un campione di acqua) dovrebbero essere non superiori a 0,15 µg/l per il parametro PFAS – totale, e non superiori a 0,03 µg/l per quello somma di PFAS . Per le singole sostanze tale limite dovrebbe essere non superiore a 1,5 ng/l, con l’indicazione che dovrebbe essere ben inferiore per le molecole che destano maggiore preoccupazione dal punto di vista tossicologico, come per esempio i PFOA e i PFOS.

La Comunicazione riprende le definizioni dei due parametri succitati, riportati nel D.Lgs. 23 febbraio 2023, n.18, e le regole tecniche a loro associate, fornendo indicazioni sui metodi analitici che dovrebbero essere utilizzati per quantificarli. Tali indicazioni tecniche restano valide anche qualora la determinazione dei PFAS venga effettuata nelle matrici ambientali.

In particolare, per quanto riguarda il parametro somma di PFAS vengono indicati i metodi delle parti A e B della norma EN 17892:2024 (recepita e pubblicata il 18/07/2024 dall’UNI), la prima a essere stata convalidata da uno studio interlaboratorio europeo, che soddisfa sia gli stringenti requisiti richiesti dai bassissimi limiti di quantificazione, che quelli relativi all’incertezza di misura.

La norma EN 17892:2024 può essere anche applicata per la ricerca degli inquinanti in acque di origine ambientale. La Comunicazione prosegue dando indicazione sulla possibilità di utilizzare anche altri metodi standard equivalenti, a patto che soddisfino gli stessi requisiti.

Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno tempo fino al 12 gennaio 2026 per adeguarsi ai desiderata della normativa sul monitoraggio dei PFAS, che comprende anche la definizione della frequenza di campionamento, che può essere adottata anche sulla base delle valutazioni di rischio del bacino idrografico e del sistema di fornitura delle acque.

La comunicazione è disponibile al seguente link

Fonte: snpambiente (link)

https://www.labelab.it/blog/acqualab/nuova-comunicazione-della-commissione-ue-su-monitoraggio-pfas-in-acque-destinate-al-consumo-umano/?fr=3

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A seguito della chiusura delle attività del Gruppo di Valutazione incaricato per la valutazione delle proposte pervenute nell’ambito dell’Avviso del 21 giugno 2023, sono stati pubblicati gli esiti delle valutazioni condotte sulla base della metodologia definita dall’Allegato 2 del DI n. 350/2022 e dalle “Linee guida operativa per la Valutazione degli investimenti in opere pubbliche - Settore idrico”, adottate con il DM n. 326/2022. Ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del DI n. 350/2022, la Proposta di Piano è costituita dagli interventi inseriti nelle prime tre classi - A, B, C.

L’allegato denominato Elenco interventi ammessi nel PNIISSI è composto dalla lista degli interventi inseriti nelle prime tre classi - A, B, C - accorpati in funzione della tipologia, ordinato sulla base dell’attribuzione del punteggio ottenuto a seguito delle valutazioni. L’elenco include le caratteristiche principali di ciascun intervento; in particolare, la tipologia di richiesta di finanziamento (sola realizzazione o progettazione e realizzazione), l’utilizzo prevalente della risorsa idrica, se completamento di opere e/o schemi incompiuti, il livello di progettazione disponibile dichiarato al momento della presentazione della proposta, la stima del tempo per la realizzazione dell’opera, il punteggio ottenuto e la classe di appartenenza.

In adempimento alle disposizioni normative, ai sensi dell’articolo 1, comma 516, legge 27 dicembre 2017, n. 205, il MIT ha avviato l’iter per l’adozione del Piano che avverrà con successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

 Elenco interventi ammessi nel PNIISSI 


AGGIORNAMENTO 18 luglio 2024: Si pubblica l'elenco interventi ammessi nel PNIISSI integrato con il dettaglio dei punteggi per singolo dominio e dimensione di cui all'Allegato 2 del D.I. n. 350/2022.

 Elenco interventi ammessi nel PNIISSI con il dettaglio dei punteggi 

 https://dgdighe.mit.gov.it/categoria/articolo/_investimenti/_Pianificazione/_PNIISSI/presentazione_proposte#sezionePubblicazione%20esiti

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La Relazione, pubblicata sul sito di ARERA, descrive gli esiti dell'attività di monitoraggio condotta dall'Autorità nel primo semestre 2024 con riferimento al riordino degli assetti locali del servizio idrico integrato, in osservanza di quanto previsto dell'art. 172, comma 3-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dall'articolo 7 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133
 

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1) Delibera 2 luglio 2024 n. 274/2024/R/idr: Approvazione degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il quarto periodo regolatorio, proposti dall’Autorità d’Ambito n. 1 Verbano Cusio Ossola e Pianura Novarese per i gestori Acqua Novara VCO S.p.A. e Idrablu S.p.A.
https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/274-24

2) Delibera 16 luglio 2024 n. 299/2024/R/idr: Approvazione degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il quarto periodo regolatorio, proposto dalla Provincia di Savona per C.I.R.A. S.r.l., gestore del servizio idrico integrato dell’A.T.O. Centro Ovest 2
https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/299-24
 
 

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Con la deliberazione n. 324/2024 l'Autorità ha disposto di irrogare una sanzione  amministrativa pecuniaria, al Comune di Praia a Mare (gestore in eonomia) per violazioni in materia di regolazione tariffaria, misura, fatturazione e qualità contrattuale del servizio idrico integrato nonché di obblighi informativi in materia di reclami allo Sportello per il consumatore Energia e Ambiente
Nello specifico l'Autorità ha accertato la violazione, da parte del Comune di Praia a Mare, dell’articolo 39 del MTI per le utenze domestiche e dell’articolo 13, comma 2, del TICSI per le utenze non domestiche (violazione sub i.), degli articoli 7, 8 e 11 del TIMSII (violazione sub ii.), degli artt. 35 e 38 della RQSII (violazione sub iii.); degli articoli 46, 47 e 50 della RQSII (violazione sub iv.), dell’art. 72 della RQSII (violazione sub v.), del punto 2, lett. a) della deliberazione 586/2012/R/idr e degli articoli 3, 4, 6, 7, 9, 11 e 14 e dell’Allegato 2 dell’allegata Direttiva per la trasparenza (violazione sub vi.), dell’articolo 9 Regolamento reclami degli utenti idrici e della deliberazione 204/2023/E/com (violazione sub vii.);

Con lo stesso provvedimento l'Autorità ha deciso di irrogare, nei confronti del Comune di Praia a Mare, ai sensi dell’articolo 2, comma 20, lettera c), della legge 481/95, sanzioni amministrative pecuniarie nella misura complessiva di euro 152.500, di cui: euro 60.000 per le violazioni sub i., ii. (relativamente al mancato utilizzo – in mancanza di lettura e autolettura - della metodologia di calcolo dei consumi stimati indicata dalla regolazione) e iii. (relativamente alla mancata fatturazione sulla base dei consumi rilevati), consistenti nella fatturazione di un consumo minimo impegnato senza tenere conto dei consumi effettivamente rilevati o, in mancanza di questi, di consumi stimati secondo la regolazione; euro 15.000 per la violazione sub ii. (relativamente alla inosservanza degli obblighi di raccolta delle misure di utenza e numero minimo di tentativi e di prendere in carico la misura comunicata dall’utente finale come autolettura); euro 25.000 per la violazione sub iii. (relativamente all’inosservanza degli obblighi di emissione di un numero di bollette/anno inferiore a quello dovuto), 7.500 per la violazione sub iv., euro 30.000 per la violazione sub v., euro 12.500 per la violazione sub vi. ed euro 2.500 per la violazione sub vii.


https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/324-24

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Arera, con il documento di consultazione n. 245/2024, è intervenuta sullo schema tipo di bando di gara per l'affidamento del SII.
L’adozione di uno schema tipo di bando di gara, con la definizione dei contenuti minimi, è orientata a garantire maggiore uniformità dei criteri e delle modalità impiegabili nelle procedure a evidenza pubblica per l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato. In particolare, l’Autorità, nella definizione dello schema tipo di bando di gara intende prevedere che la pressione competitiva – per l’affidamento a terzi e per la selezione del socio privato – promuova miglioramenti con riferimento ai parametri già stabilmente adottati nell’ambito della regolazione, sia quella tariffaria, sia quella della qualità tecnica e contrattuale. Si tratta di una impostazione coerente con quella adottata, sempre in materia di affidamenti del servizio idrico integrato, nel d.lgs. 201/22, laddove, con riferimento alla motivazione qualificata di cui all’articolo 17, si prevede che la medesima sia configurabile sulla base dei parametri stabiliti dalla regolazione.

Il DCO 245/2024, illustra l’impostazione e i criteri generali che l’Autorità intende adottare per la definizione dello schema tipo di bando di gara per l’affidamento del servizio idrico integrato. In particolare:  
• il Capitolo 2 contiene un focus sui profili di maggior rilevanza del quadro di riferimento del settore, con particolare attenzione alla normativa eurounitaria e nazionale;  
• il Capitolo 3 illustra gli orientamenti dell’Autorità sui contenuti minimi dello schema di bando tipo relativi all’oggetto e al valore dell’affidamento;
• il Capitolo 4 descrive gli orientamenti in materia dei requisiti di partecipazione;
• il Capitolo 5 è relativo ai criteri di valutazione delle offerte, declinati in coerenza con i principi eurounitari e nazionali in materia di contratti pubblici, nonché con i criteri stabiliti dalla regolazione di settore;
• il Capitolo 6 è dedicato ai criteri di valutazione dell’offerta tecnica che costituisce il passaggio principale nell’ambito della procedura concorsuale sia per l’Ente di governo sia per i partecipanti alla gara;
• il Capitolo 7 affronta i profili inerenti all’offerta economica e le regole di calcolo tariffario nell’ambito delle quali valorizzare i miglioramenti proposti;  
• il Capitolo 8 si concentra sui i profili di applicabilità dello schema tipo di bando di gara alle procedure di selezione del socio privato nei casi di affidamento a società mista (partenariato pubblico-privato istituzionale);
• il Capitolo 9 concerne gli orientamenti relativi alle disposizioni specifiche per i casi di indisponibilità dei requisiti informativi minimi rinvenibili nei contesti territoriali in cui persistono criticità nelle attività demandate a livello locale in merito all’aggiornamento degli atti di pianificazione, programmazione e
organizzazione nella gestione del servizio.  

Data termine invio osservazioni 24 luglio 2024
https://www.arera.it/atti-e-provvedimenti/dettaglio/24/245-24